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Architettura dell’accoglienza: Palladio, Bernini o Vanvitelli?

Immagine del redattore: Palladian RoutesPalladian Routes

Le Barchesse di Villa Badoer a Fratta Polesine presentano una forma inconsueta: potremmo definirla una forma ad abbraccio. Infatti partono dal corpo di fabbrica e curvano dolcemente in direzione di chi arriva. Il Palladio probabilmente voleva ripetere ciò che in villa Trissino di Meledo di Sarego aveva proposto solo in progetto, un abbraccio molto più grande ed appariscente, considerate le dimensioni previste (il progetto fu eseguito solo in piccola parte, escludendo, tra l’altro, anche il colonnato ad abbraccio).

Però noi sappiamo che questo progetto fu conosciuto dal mondo culturale dell’epoca, perché compreso nei “Quattro libri dell’architettura” del Maestro. Il Bernini Gianlorenzo, sommo architetto, quando pensò al famoso colonnato in piazza S. Pietro a Roma, circa nella metà del XVII secolo, adottò la forma ad abbraccio, significante l’invito accogliente della chiesa ai fedeli e nello stesso tempo l’invito ai fedeli ad abbracciare la fede di Cristo, mentre negli altri due casi contemplati si trattava di manifestare l’ospitalità e l’accoglienza dei padroni di casa nei confronti degli ospiti. Non era solo a progettare, il Bernini, perché il suo committente, papa Alessandro VII Chigi, era competentissimo e appassionato di architettura, quindi il progetto nacque da due eccezionali intelligenze che sicuramente si rifecero al nostro Palladio, del quale si pensa che avessero letto “I Quattro Libri”.


Ma Luigi Vanvitelli (Van Wittel), quando ricevette la commissione da Carlo di Borbone per la Reggia di Caserta, progettò in proprio il colonnato avvolgente o si servì degli insegnamenti dei suoi due (tre compreso Alessandro VII) predecessori? Si era allora a metà del XVIII secolo, quindi circa duecento anni dopo Palladio e cento dopo Bernini. Impossibile che un genio dell’architettura come il Vanvitelli non conoscesse, e anche bene, le opere dei primi due. Quindi possiamo ipotizzare che Palladio fu sicuramente il maestro primo di questa tipologia architettonica. D’altra parte sono tali e tante nel mondo intero le testimonianze che si rifanno al Palladio, che quella proposta in questo breve scritto, anche se dotata di interessante particolarità, passa quasi inosservata.


Lucio Panozzo





 
 
 

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