5) Corte dei Roda Contrà S. Andrea, così chiamata per l’esistenza in tempi medievali di una chiesetta dedicata al santo. Qualcuno ha scritto che sopra ad un garage presente nella via rimane, a testimonianza della chiesetta, la lunetta scolpita che sovrastava la porta d’entrata. Ho molto cercato, ma non ho avuto il bene di vederla.
A meno che l’ignoto informatore non si riferisse ad un’immagine quadrata con testa d’uomo che appare sulla parete di una casa alla fine della parte diritta di contrà S. Andrea, dove siamo costretti a girare a sinistra per entrare in corte dei Roda. In ogni caso la guida Barbieri Cevese Magagnato non ne fa cenno. Superato il possente portale in pietra dello scamozziano palazzo della famiglia mercantile bergamasca dei Pizzioni detti Roda per la presenza di una ruota nel loro stemma, usciamo dall’altra parte attraversando l’entrata opposta, altrettanto imponente, del palazzo. Entrata e uscita presentano due stemmi diversi. Il palazzo non esiste più, ci sono solo costruzioni sorte sulle rovine; sicuramente qualche muro è originale, e chissà se grattando la malta non si possa trovare qualche lacerto degli affreschi di Giovanni Gualtieri detto de Mio, cittadino di Schio e dell’Italia intera, dove ha lasciato mirabili opere in affresco e su tela. Cito per tutte gli affreschi della cappella Sauli in S. Maria delle Grazie a Milano, adiacente alla Cena di Leonardo. Per i Vicentini, è visibile una “Adorazione dei Magi” nella pinacoteca comunale, dove si può ammirare la tecnica pittorica usata in quell’occasione (delle tante che usò, influenzato dalle migliori scuole dell’epoca), che si esprime attraverso colori dai riflessi metallici. Usciti dall’altra parte, proseguiamo fino alla fine della viuzza, costeggiando a destra il Bacchiglione e a sinistra la vecchia e puzzolente conceria rimasta in funzione fino agli anni ’60. Solo allora consiglio il visitatore a voltarsi per poter ammirare la graziosa loggetta cinquecentesca che gli apparirà, romantico residuo del palazzo sovrastante il portale. Sembrerà di scorgere, al visitatore che sa sognare, affacciata alla loggetta, una graziosa fanciulla bionda dalla lunga treccia, signorilmente vestita. Completerà il quadro un giovane sotto la loggetta che canta l’eterna canzone dell’amore accompagnandosi con il liuto.
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