Si deve all'estrema passione e alla pazienza con cui il nonno Pasino Canova insegnò l'arte delicata della scultura al piccolo Antonio, la scoperta di un talento che ha pochissimi eguali al mondo e nella storia.
Formatosi nel tardo '700 nello studio di scultura Torretti nei dintorni di Possagno, riuscì, grazie all'abilità e alla cura della famiglia di scultori che lo educava, a fare il suo ingresso nell'ambiente aristocratico Veneziano, dove ebbe modo di dimostrare la sua peculiare maestria a occhi curiosi e di un certo spessore.
L'Accademia a Venezia, gli diede gli ultimi strumenti per perfezionare la sua mano, e gli permise di dare vita alla sua propria bottega, da cui uscirono le prime, mirabili opere.
Oggi ammiriamo la perfezione dello scalpello canoviano nelle decine di corpi, visi, mani e arti che arricchiscono il Museo Gypsotheca Antonio Canova. Scrutiamo quegli occhi curiosamente, convinti che presto risponderanno al nostro sguardo, non appena distratti ci saremo voltati e sarà ormai troppo tardi.
Leoni, mostri, giovani ninfe, e persino mogli illustri siedono tranquilli al loro posto nelle ampie sale luminose, in attesa di un viaggiatore che voglia interrogarli in silenzio.
Eccoci quindi, esploriamo le bianche dita affusolate e i riccioli composti delle figure, una volta giunti con la nostra Palladian E-Bike a Possagno, tesoro di Antonio Canova.
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