“C'era una volta un giovane pastore toscano che, per sfuggire alla noia, disegnava le pecore sulle rocce. Un giorno, fu ammirato da Climabue, il più famoso pittore dell'epoca, che gli chiese di diventare suo allievo.”
Che si creda o no a questa leggenda, una cosa è certa: Giotto imparò così tanto dal suo maestro che lo superò. Se dovessimo citare solo una delle opere di Giotto, per noi sarebbe certamente la decorazione ad affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova, dal cognome del committente Enrico Scrovegni. Costruita come oratorio privato e mausoleo, la Cappella degli Scrovegni è uno dei luoghi più famosi di Padova proprio grazie al ciclo di affreschi dipinti dal maestro toscano nel pieno della sua maturità, a inizio trecento. È un'opera assolutamente innovativa: il suo uso del colore, la sua capacità di catturare le forme e i sentimenti umani più profondi, ne fanno in qualche modo una vera e propria anticipazione del Rinascimento e un capolavoro assoluto. La Vergine e il Cristo ci rivivono di fronte nella passione delle loro vicende, e tutto attorno a noi esplode, come il primo bacio della storia dell'arte e come un grandioso Giudizio Universale, della ricchezza dei suoi cromatismi.
Realmente possiamo dire in questo caso, dalle stalle alle stelle!
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