Hemingway amava il Veneto.
Vi si sentiva a casa, ribelle e curioso quale era.
Non si accontentò mai, non si fermò mai, ma i ricordi più vividi li creò proprio qui.
Militare, in bicicletta sfrecciava tra le trincee, rischiando la vita. A Schio, "il più bel posto della terra", a Bassano i giorni spericolati a Villa Ca' Erizzo con i compagni di avventure, mentre prestava assistenza sulle ambulanze della "Sezione Uno." Si bagnava nelle fresche acque del Piave e tra un incarico e l'altro dava quattro calci ad un pallone sgualcito.
Affermato, arricchiva con la sua risata l'Harry's Bar a Venezia, lui e il suo immancabile Martini, e poi ancora il Caffè Florian, con altre storie da raccontare. Come diceva lui: “Sono un ragazzo del basso Piave… sono un vecchio fanatico del Veneto ed è qui che lascerò il mio cuore”
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