Quinto Remmio Palemone personaggio dimenticato dell’urbe vicentina *** Una via del quartiere San Pio X° di Vicenza è stata dedicata ad un personaggio sconosciuto dell’antica Roma imperiale. Uno schiavo di famiglia istruita, che a Vicenza visse presso una facoltosa famiglia, bisognosa di una persona che istruisse al meglio la propria prole. Nacque a Vicenza nell’anno 5 d.C., quindi contemporaneo di Gesù. “Si rinvennero in Campus Marzius molti bolli della gens Remmia QUINTUS REMMIO“ scrisse Giovanni da Schio, perché forse era diventato proprietario di una fabbrica di laterizi dei suoi padroni che lo avevano come figlio?
Ma i genitori Scrunilo e Coxa da dove provenivano? Noto agli studiosi con gli aneddoti che Gaio Svetonio Tranquillo gli dedicò all’interno nel De Grammaticus rhetoribus, cioè la grammatica della retorica, che a quei tempi era pane per politicanti e avvocati. Lo descrisse con molti particolari, dove il gran successo che l’ex schiavo liberato, quindi diventato liberto, ottenne come Grammaticus sotto Nerone. Divenne un’autorità negli studi grammaticali, tanto da essere magister di Persio e del giovane spagnolo Marco Fabio Quintiliano.
Introdusse il nuovo latino imperiale, con l’alfabeto di 23 lettere, 5 vocali, 7 semivocali mute + le greche Y e Z; - a lui è ascritta la divisione in 4 ordini delle declinazioni, in base alla vocale della 2° persona singolare; - ha introdotto letture e commenti delle opere dello scrittore e poeta Publio Virgilio Marone, che era di Mantova e che sicuramente conobbe; questo avvenne durante il buon regno iniziale di Nerone con Seneca, che poi comprò la sua grande tenuta agricola sulla Nomentana. Quindi forse rientrò nella sua Vicenza e a 60 anni qui lasciò le sue ossa?
Gianni Padrin
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