Castello Cini è un esempio di eccellente trasformismo: nobile dimora, fortezza e poi Villa veneta.
Ma è nel 1405 che sotto la dominazione della Serenissima, il castello diventa di proprietà della famiglia Marcello, che inizia la costruzione della celebre Cà Marcello oltre ad occuparsi di rinnovamenti che interessano la Torre Ezzeliniana, fatta costruire da Ezzelino III da Romano nel XIII secolo. Altre aggiunte e rifacimenti contaminano anche la biblioteca e il Cortile Veneziano fino a vedere la nascita della cappella di famiglia nel '700. E' qui che il complesso inizia a cedere sotto il peso dell'abbandono, passando dopo la caduta della Serenissima, di mano in mano, ogni volta perdendo un pezzetto dell'antica magnificenza. La fine sembra giunta quando a seguito della I Guerra Mondiale, il Castello muore definitivamente, razziato dall'uso scriteriato per scopi militari e viene spogliato di ogni sua ricchezza.
E' solo nel 1935 che il Castello ritrova, grazie al provvidenziale intervento del conte Vittorio Cini, personalità guidata da un'alta caratura intellettuale e umana, la luce. Il conte si adopera per recuperare mobili e suppellettili originali che dona al Castello, il quale brilla di una luce senza tempo tornato all'antico calore, scrollato di dosso definitivamente il polveroso oblio.
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