Una delle nostre E-Bike si chiama Evelina e nonostante siano moltissime le figure con questo nome che popolano il mondo della storia e della cultura, vogliamo oggi parlare di Evelina Cattermole.
La ragazza, nata a Firenze alla fine dell'800, dimostrò fin da subito un particolare talento per la poesia ed un'innata sensibilità verso la scrittura, anche se i suoi primi versi peccavano forse di un po' di sana, giovane ingenuità. Riuscì comunque tra mille tribolazioni, ad affermarsi in campo letterario, entrando in contatto con personalità di spicco del settore del tempo che la instradarono e le dedicarono composizioni di ammirazione.
Evelina fu però, sempre sfortunata in amore: sposata infatti con il tenente dei bersaglieri Francesco Eugenio Mancini, e lasciata molto spesso sola dallo stesso che era un appassionato giocatore d'azzardo con cui viveva a Milano, si lasciò rapire dal fascino del bancario veneziano Giuseppe Bennati Baylon con cui intrecciò una relazione clandestina. Purtroppo tradita dalla servitù, Evelina fu scoperta dal marito durante un incontro con l'amante; senza pietà fu la reazione del Mancini: divorzio, subito, con disonore, e duello con l'usurpatore della purezza della moglie!
Baylon ebbe la peggio, morendo a causa di un colpo di pistola proprio in quello scontro, mentre Evelina, spezzato il cuore e l'anima nel profondo, fuggì, ormai disonorata e abbandonata da tutti coloro che conosceva.
Dopo un periodo di forte povertà in cui pubblicava versi sulle riviste per potersi mantenere, e ormai risollevata, conobbe colui che avrebbe significato la sua fine: il pittore napoletano Giuseppe Pierantoni, un artista senza troppo merito, con cui iniziò una relazione basata sulla sola generosità di Evelina nel mantenerlo.
La ragazza, perso ormai ogni sentimento nei confronti dell'amante, cercò più volte di liberarsi e cacciare quel violento personaggio che viveva sulle sue spalle, ma senza successo.
A pochi giorni dalla partenza di Evelina per trasferirsi e lasciare definitivamente l'uomo, e dopo l'ennesimo litigio a casa sua, il Pierantoni afferrò il piccolo revolver dalla borsetta che Evelina aveva ricevuto in regalo dall'amico Ferruccio Bottini, e le sparò al ventre.
La donna spirò dopo una lunga agonia, lasciando di sè un dolce ricordo in tutti coloro che l'avevano conosciuta e a memoria di una vita mai sbocciata davvero, una serie di componimenti e poesie su diverse riviste, oltre a I Versi da lei pubblicati con lo pseudonimo di Contessa Lara.
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