Non una mia villa, ovviamente, ma il luogo in cui è cambiata la mia vita.
Lavoravo ad un cantiere per me straordinario, quello della villa di Giangiorgio Trissino, che voleva trasformarla alla moda romana di Raffaello e degli antichi; io, ancora scalpellino, mi occupavo sempre più di architettura per la bottega dei Pedemuro, la più rinomata impresa edile di Vicenza che aveva appaltato l'opera. Così avvenne l'incontro che segnò il mio destino: io riconobbi il mentore di cui avevo bisogno, lui l'interprete del suo grande progetto per Vicenza.
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