Gianfrancesco Valmarana era fratello di Giovanni Alvise, tra i primi grandi uomini che credettero in me, per la cui famiglia progettai un paio d'anni dopo il Palazzo al Pozzo Rosso.
Possedevano i Valmarana da tempo un grande feudo a Lisiera, che stava venendo completamente riorganizzato in quel periodo.
Venni ovviamente coinvolto, in particolare nella ricostruzione della villa, che somigliava quando la vidi a Villa Trissino a Cricoli, il luogo in cui nacqui come Palladio.
In questo caso però tra le due torri avrei posto una loggia a colonne in doppio ordine ionico, a superare in altezza le torri, così da “pacificare” l'architettura, facendo scomparire il castelletto.
Avrei posto, perchè dal disegno alla realtà c'è differenza, come spesso accade.
E il vero architetto è il tempo, il fato, il caso, Dio, a cui io ho fatto da assistente per ciò che era utile.
Gianfrancesco moriva l'anno dopo il mio progetto e il cantiere si interrompeva.
Lo riprendeva in parte Leonardo, quel figlio di Giovanni Alvise che diverse altre mie opere in diverso modo incontra.
E lo riprendevano altri qualche decennio dopo la mia dipartita, facendone una villa diversa dalle altre, con quel piano quasi nobile schiacciato sopra il primo loggiato e sotto al timpano, all'altezza delle torri.
Ne viene una villa originale di foggia e nuova ai miei occhi.
Umilmente, riconosco di essere scalpello nelle mani sapienti di Tempo e Storia...
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